martedì 23 agosto 2011

Le Erbe del Solstizio d'Estate

Evento organizzato dall'Associazione "L'Isola delle Janas" con il proposito di far riemergere ed evitare di perdere le vecchie pratiche di cura che costituivano parte degli antichi saperi del popolo sardo. Detentrici di questi saperi erano in particolar modo le donne che insieme alle conoscenze dell'agricoltura possedevano i segreti delle erbe medicinali.
Hanno partecipato:
Valentina Lisci, in veste di coordinatrice
- Giampaolo Marcialis, Giornalista, “L’eredità della tradizione erboristica nei saperi femminili”
- Annalisa Cuccui, Dott.ssa di Ricerca Ambientale, “Antiche conoscenze fitoterapiche delle contadine in Sardegna”. Autrice del libro "S'Arremediu Antigu"
- Simone Congia, Tecnologo Alimentare, “Le erbe del solstizio d’estate tra leggende e tradizioni”

domenica 21 agosto 2011

Gli Elohim della Bibbia: le scoperte di Mauro Biglino

Lungo la strada che ci porta a ripercorrere la storia antica in cerca della Verità visitando i resti di antichi luoghi e leggendo i polverosi testi che hanno inciso profondamente nella nostra cultura e nel nostro sapere non potevamo giungere a consultare quella che è nota come "Bibbia", in particolare l'Antico Testamento. Redatto come raccolta degli antichi saperi dei patriarchi ebrei e delle disposizioni divine di esseri noti come Elohim, l'Antico Testamento appare essere un insieme di racconti di incontri e di istruzioni per soddisfare le brame di quello che viene chiamato alcune volte Yahweh (o secondo il Tetragramma sacro YHWH), mescolati insieme con le vicende storiche di quello che era un popolo nomade e dedito alla pastorizia. I racconti ebrei vengono messi per iscritto precocemente rispetto ad altri popoli che si erano affidati per più lungo tempo alla solida memoria dei raccontastorie, degli aedi e dei cantori. Sembrerebbe che la prima stesura della Torah, cioè di quelli che sono i primi cinque libri della legge, fosse avvenuta nel 586 a.C.,dopo la cattività del popolo ebreo a Babilonia, da parte di sacerdoti appartenenti alla famiglia dei Leviti. Non si sa con certezza quale lingua fosse stata utilizzata, sicuramente no l'ebraico ancora da lì a formarsi, probabilmente una forma di aramaico arcaico anche se è possibile che dopo la lunga cattività in una terra cosmopolita come era Babilonia (BAB ILANI, "la porta degli dei") in quel periodo la lingua usata per scrivere quei primi testi fosse una qualche forma di akkadico.
La Bibbia così come noi la conosciamo è quella redatta nella koinè greca del tempo per volere del sovrano d'Egitto Tolomeo II Filadelfo che voleva inserire i testi del popolo ebraico nell'antica biblioteca di Alessandria. Questa versione nota con il nome latino di Septuaginta o LXX perchè alla richiesta del sovrano il sommo sacerdote di Gerusalemme Eleazaro rispose inviando 6 scribi per ognuna delle dodici tribu di Israele.
Della bibbia si è detto molto. Alcuni di essa hanno detto che non se ne può scoprire il vero significato se non usando delle interpretazioni di lettura la cui chiave si trova nascosta all'interno dello stesso testo che un tempo appariva unito insieme, senza punteggiatura e privo di vocali. Tre sono i livelli di lettura: quello testuale, quello che nasce dalle immagini e per ultimo il più difficile che deriva dalla sostituzione delle lettere con il loro valore numerico, cioè secondo il metodo noto come ghematria.
Ma qui voglio riportarvi l'interpretazione dello studioso Mauro Biglino. Traduttore di professione di ebraico antico che si è dedicato alla traduzione e traslitterazione dell'Antico Testamento. Le sue traduzioni sono giunte a cogliere l'interesse delle Ed. San Paolo che ha portato alla nascita di una collaborazione. E' nata così la traduzione di 23 libri dell'Antico Testamento direttamente dalla Bibbia ebraica redatta sulla base del Codice masoretico di Leningrado. Di questi 23 libri, al momento, ne sono stati pubblicati solo 17.
Durante la traduzione letterale dell'opera lo studioso si è accorto che molto delle traduzioni ufficiali non corrispondevano a quanto scritto nel testo. Così ha voluto raggruppare le traduzioni letterali fatte da lui stesso riportando fedelmente il significato con il testo ebraico a fronte e la traslitterazione nel suo libro "Il Libro che Cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia.". Come afferma lo stesso autore: "Partendo dall'Antico Testamento queste pagine raccontano ciò che non è stato raccontato, e lo fanno con un operazione molto semplice: scrivere esattamente ciò che narra il testo biblico letto nei codici ebraici più antichi."

Ed ancora in un intervista rilasciata a ItaliaParallela dice che quanto si scopre dalle letture del testo è che:

"Innanzitutto gli dèi sono il frutto delle rielaborazione teologica di figure che erano in realtà individui in carne ed ossa che si distinguevano dall’uomo per capacità, conoscenze e tecnologia: una volta perso il contatto fisico l’uomo ne ha ripensato l’immagine spiritualizzandola.
Va detto che nella Bibbia gli Elohìm non venivano considerati ‘dèi’ nel senso che noi diamo a questo termine e tanto meno erano visti come un ‘dio’ unico, spirituale, trascendente ed universale. Nel nuovo libro dedico un intero capitolo a spiegare come nell’Antico Testamento, contrariamente a ciò che si pensa, non esistesse il concetto del monoteismo.
I profeti erano i portavoce, i rappresentanti di questi individui presso i popoli: era un compito prima affidato ai Malachìm, erroneamente descritti come angeli dalla tradizione religiosa. Il nostro mondo attuale è stracolmo di profeti che si pongono come detentori della verità e come rappresentanti delle nuove forme di “divinità” che l’uomo continuamente si crea per cercare risposte alle sue angosce, prima fra tutte quella della morte. Mi viene da dire che quelli antichi erano decisamente più seri perché quanto meno parlavano in nome e per conto di “individui” realmente esistenti."
Affermazioni queste che ricordano quelle di un altro interessante e dotto traduttore di ebreo e sumero, il famoso sumerologo Zecharia Sitchin. Per completare questa introduzione all'opera di Biglino voglio lasciarvi questo video dove lui stesso provvederà  a raccontarvi le sue scoperte.

lunedì 18 luglio 2011

Gli Archetipi della Geometria Sacra (tr. Nannai)

di Charles Gilchrist


Il Punto


Il Singolo Punto è il primo archetipo della Geometria Sacra.
Il Singolo Punto è l'assoluto concetto mentale di base. Esso è direttamente collegato alla Coscienza Unitaria o Uno...la Mente di Dio Indivisa.
Il Singolo Punto è letteralmente la Prima Dimensione...il centro omnipresente -omnipotente. La Singola Unificazione è la radice di tutto il pensiero olistico..Il Tutto è Uno.
La Singola Unificazione (l'Uno) è ciò che è oltre la Dualità.

I Due Punti
L'Universo a due dimensioni   inizia con la divisione del Singolo Punto. Il grande e profondo mistero della Geometria Sacra. Il Singolo Punto magicamente si divide e diventa due. I due Punti. L'Universo è creato dalla divisione: l'Unità diventa Dualità. Questo è il grande miracolo e mistero.
Improvvidamente, il Punto A è qui e il punto B è lì.
La seconda dimensione letteralmente inizia a questo  concettuale: i due punti.
Questi due punti, questa prima dualità marca la prima relazione architetturale dell'Universo creando simultaneamente la prima astratta unità di misura, ad es. lo spazio.


Il Raggio/Arco

Le tremende energie contenute dentro queste prime due relazioni dimensionali dell'Universo (I due punti) si manifesta come una dualità di movimento: linea di moto rettilineo (dal Punto A al Punto B) e il movimento rotazionale (il punto B intorno al punto A).


Questo movimento duale è chiamato il Raggio/Arco.E' il movimento base, il Big bang concettuale.
Tutte le varie energie dell'Universo tracciano il gioc tra il Raggio e l'Arco.
Il Raggio/Arco è lo Yin e lo Yang. La Luce e L'Oscurità...La Sinistra e la Destra...l'Est e l'Ovest...Il Sopra e il Sotto...la Madre e il Padre...ecc.
Tutto...le manifestazioni della dualità tracciano il Raggio/Arco.

Il Cerchio



 La relazione senza tempo contiene sempre dentro il Raggio/Arco (espresso scientificamente come Pi greco) e la formula matematica di base e si sviluppa visivamente a diventare la prima forma chiusa della Geometria sacra, il Cerchio.
Il Cerchio è l'unità....l'Uno.
Il Cerchio è la manifestazione a due dimensioni della singola unificazione ...la Mente di Dio indivisa.
Il Cerchio è il Tutto. C'è l'essenza del Mandala: il Cerchio contiene Tutto.
Definizione: p greco è il rapporto della circoferenza con il suo diametro. Il pi greco è un numero trascendentale o cosiddetto irrazionale che ha il valore di 3,141559. Per propositi pratici il valore del pi greco è arrotondato a 3,14,16.

Due Cerchi di Comune Raggio

Come abbiamao visto, la prima figura (il Cerchio) è creato dalla rotazione del Punto B intorno al Punto A.
Ma i due Punti sono perfette coppie di uguali potenzialità, e il Punto A può anche ruotare intorno al Punto B, usando il raggio originale.



 Questa polarità naturale, questa inversione di ruoli produce un altro cerchio. Questi due cerchi creano la prima forma di sovrapposizione della Geometria Sacra intitolata i Due Cerchi di Comune Raggio.


La Vesica Piscis

Questi due cerchi sovrapposti, con raggio comune, creano la seconda forma chiusa della Geometria Sacra. Gli antichi chiamavano questo archetipo la Vescica Piscis.

 Tutte le forme, letteralmente tutte le forme dimensionali di questo cosmo evolvono da questo archetipo che ha forma di un pallone da rugby.
La Vesica Piscis è letteralmente il grembo dell'Universo, la sempre dispiegante madre della Geometria Sacra.

Due nuovi punti C e D


In aggiunta alla Vesica Piscis i due cerchi di raggio comune creano due nuovi punti alla loro intersezione (C & D).

Il giodo di padre/madre (il punto A e il punto B) creano i primi figlidell'Universo: i gemelli (punto C e D). E la magnificazione continua....

Quattro Cerchi di Comue Raggio

Quattro nuovi punti (E, F, G e H) si formano facendo ruotare i primi due punti (A e B) intorno a questi nuovi punti (C & D) si creano così due cerchi aggiuntivi e quattro nuove vesica piscis.
Ora, abbiamo quattro cerchi di raggio comune e cinque vesica piscis.
I due nuovi cerchi creano anche quattro nuovi punti e un altra forma chiusa della Geometria Sacra che chiamiamo il Petalo (la forma bianca al centro).
Quattro cerchi di raggio comune è l'essenza della famiglia rivelata nella Geometria Sacra : genitori (cerchi 1 e 2) e figli (cerchi 3 e 4 ), il cuore della famiglia nella forma di un petalo.
Quattro cerchi di comune raggio è la forma germinale del modello della Creazione: tutte le forme necessarie sono in luogo. Tracciando nuovi cerchi intorno ai nuovi punti (E, F, G, e H) compone la forma e crea la possibilità di una griglia senza fine di punti, cerchi, vesica piscis e petali chiamata il Primo Modello della Natura.

I Primi due Cerchi nel Primo Modello della Natura.

Il modello primo della Natura è il modello della Creazione. Letteralmente tutte le forme tracciano a questo modello, inclusi il "Germe della Vita" il "Seme della Vita", il "Fiore della Vita" e il "Frutto della Vita". Il modello primo della Natura è il sempre evolvente modello a due dimensioni che a livello conettuale circumnaviga l'Universo.



Esiste un infinito numero di sub-modelli e forme da scoprire all'interno del modello primo della Natura e lo studio di queste forme è senza possibilità di limite. E' la chiave alla Geometria Sacra.
Fonte : The First Archetypes of Sacred Geometry




giovedì 14 luglio 2011

Destini che non si incrociano

Ripropongo qui una vecchia poesia a me molto cara, perchè legata ad eventi che hanno inciso  profondamente su di me.E' stata scritta e composta il 07 settembre del 2009, ma essa si riferisce ad eventi accaduti due mesi prima e che oggi quasi come commemorazione a due anni esatti pubblico qui.



Mi chiedi perché i nostri destini, non più così di frequente si incrociano, mia divina!

A quale divinità malevola possiamo imputare la colpa?

A Nannai che tempestoso attraversa i cieli notturni?

Ad una divinità beffarda che dell’inganno gioisce?

Oppure al semplice volere umano

che mi spinge, alla sera, ad attraversare le deserte strade della Sardegna?

Mi fermo ai bordi di un bosco

la luna piena rischiara la notte

ed attendo che dal sottobosco escano le janas.

Ma loro non si presentano!

Ed, allora, verso sud mi dirigo

e sulle spiagge meridionali della Sardegna mi siedo

in attesa che dalle acque marine esca fuori una Ninfa del Mare.

Ma solo normali donne umane io incontro

e tutte loro io ignoro.

Ed, allora, sulle rocce del bordo di un ruscello mi siedo in attesa di una Ninfa dell’Acqua.

Ma anch’essa non compare.

Forse di questo mondo esse non sono?

Forse appartengono ad un'altra dimensione?

Così nelle feste di paese io vado

ed in mezzo alla gente mi ritrovo

e tra loro io cerco quella donna

che per cinque volte  ho sognato

e l’ultima volta mi teneva tra le sue braccia

e sul suo petto mi faceva posare la mia testa.

E consolandomi mi asciugava le lacrime

e con  le sue parole è stata capace di rompere l’incantesimo.

Ma anch’essa io non trovo.

Forse anche lei, così leggiadra ed incantevole, non fa parte di questo mondo?

Di un'altra dimensione anch’essa è?

Ma per lei il balzo  lo faccio!

Ma per lei il salto in quella dimensione io lo faccio….

giovedì 16 giugno 2011

Gli Oli Essenziali dalle Piante Aromatiche (Nannai, 13 giugno 2011)

di Nannai

Alambicco trovato nel 2007 a Pyrgos (Creta)
La primavera rappresenta per il naturalista, l'escursionista o per il semplice appassionato di natura il momento migliore per violare i segreti delle piante. Si tratta del periodo dell'anno migliore per osservarle. Infatti, le piante, dopo la lunga quiescenza invernale, si preparano al loro compito più importante, quello della riproduzione. Ed è, in questo momento, che mettono in campo tutte le strategie per favorirla, innescando quelle simbiosi con insetti e microrganismi del suolo che si sono andate perfezionando nei milioni di anni della loro esistenza. Aiutate dalle prime piogge primaverili e dall'aumento della temperatura e delle ore di luce, il loro sviluppo vegetativo risulta essere, anche all'occhio abituato del naturalista, impressionante.
I fiori e le giovani foglioline secernono tutta una serie di composti volatili ed eterei, come alcoli, terpeni ed aldeidi che vanno ad attirare gli insetti impollinatori. Altri composti servono, invece, per allontanare gli insetti nocivi che danneggerebbero il delicato apparato riproduttore della pianta.
Queste essenze volatili, e di natura molto varia, si ritrovano in abbondanza nelle piante aromatiche. E vista la natura sgargiante dei loro fiori colorati e il profumo intenso da esse emanato non potevano, di certo, passare inosservate all'occhio dell'uomo.
L'interesse dell'uomo per le piante aromatiche si perde con l'inizio stesso della storia umana. Forse, le prime osservazioni delle loro capacità medicinali avvennero quando i primi uomini bruciarono i loro legni ricchi di essenze e di resine profumate in ambienti chiusi. Questi uomini avevano notato che alcune di queste piante emanavano un odore gradevole; altre, invece, erano capaci di avere un potere su di loro: aprivano il respiro, avevano effetti stimolanti e rilassanti. Gradualmente, questi effetti furono studiati da uomini particolari che divennero i custodi dei segreti e delle proprietà di queste piante. Il loro uso medicinale andò sempre più fondendosi con un uso rituale e spirituale. I custodi di questi segreti furono gli uomini di medicina o sciamani che accompagnavano i riti di guarigione del malato con il bruciare su dei bracieri le polveri delle piante aromatiche. Il fumo che si innalzava verso il cielo dai bracieri aveva come significato l'invocazione degli spiriti benigli o la scacciata di quelli maligni dal paziente.
Dalle tavolette cuneiformi sumere, trovate in quelle terre che un tempo erano note con il nome di Mesopotamia, veniamo a sapere che i sumeri usavano il papavero, la mirra, l'essenza di rosa, di pino e di sesamo immerse nella forte birra del tempo per la cura del mal di testa. Di queste ricette le tavolette cuneiformi ne sono piene.
Ma i primi ad estrarre gli oli essenziali dalle piante aromatiche furono gli egizi. I sacerdoti egizi erano molto abili ed esperti nell'arte della distillazione, dell'estrazione delle essenze e nelle preparazioni aromatiche. I laboratori per l'estrazione delle essenze sorgevano sempre in vicinanza dei templi, perchè anche in egitto la pratica medicinale si confondeva ancora con la religione.
Anche se è probabile che la loro fosse semplicemente una idrodistillazione, furono, comunque loro, i primi a trattare le piante ed ottenerne gli oli essenziali.
Altrettanto antiche sono le notizie di distillazioni nel mondo acheo e del mediterraneo orientale. Risale al 2007 il ritrovamento di alcuni alambicchi in terracotta provenienti da Pyrgos (Cipro), datati intorno al 1850 a.C. . Essi rappresentano a tutti gli effetti i più antichi reperti archeologici di questo tipo.
Rosa centifolia
Ma per avere una prima notizia dell'utilizzo della metodica dell'estrazione degli oli essenziali secondo il metodo più efficiente e qualitativamente migliore e ampiamente usato oggi dobbiamo aspettare il medico, filosofo e matematico persiano, Avicenna. A lui si deve la scoperta, o, comuque, la messa a punto della serpentina per il raffreddamento delle acque di distillazione, la condensazione del distillato e la successiva separazione delle acque aromatiche dagli oli essenziali. Nei suoi primi esperimenti utilizzò la rosa damascena e la rosa centifolia (immagine a lato), molto apprezzata in oriente.
I suoi studi e le sue osservazioni giunsero in Europa grazie all'altrettanto famosa Scuola Medica Salernitana.
Parallelamente, le conoscenze delle erbe venivano conservate e promosse nelle officine e nei laboratori erboristici delle certose e dei monasteri di tutta Europa.


Estrarre gli Oli Essenziali.

Nella pratica dell'estrazione degli oli essenziali è necessario rispettare delle piccole regole che molto spesso si apprendono con l'esperienza. Molto importanti sono il tempo di raccolta. Non tutti i momenti dell'anno sono propizi per ottenere la migliore resa e la qualità migliore dell'olio. Quindi l'aromaterapeuta deve essere una persona paziente e capace di attendere il periodo dell'anno migliore per la raccolta delle sue preziose piante essenzifere. Due sono i tempi che deve attendere: il tempo balsamico e l'ora balsamica.
Liber de Arti Distillandi de Compositis, di Brunschwig,1512

Il tempo balsamico è il periodo dell'anno in cui la pianta aromatica presenta la più alta concentrazione di principi attivi e quindi più alta sarà la sua resa. Questo tempo varia da specie a specie ed in genere coincide con la massima fioritura.
L'ora balsamica invece è un tempo giornaliero e corrisponde al momento del giorno in cui si ha la maggiore presenza in percentuale di olio nella pianta. Questo momento coincide con le ore più calde della giornata.
Un altra osservazione che l'attento distillatore di oli essenziali può fare è scoprire popolazioni di piante che hanno una resa superiore rispetto ad altre. Questo in genere dipende dalla localizzazione del sito. Se questo è ben esposto al sole, se si trova ad una certa altitudine dal livello del mare e se le piante non devono competere con altre per i nutrienti o per la luce del sole. Queste osservazioni hanno una grande importanza per una corretta estrazione degli oli essenziali. Infatti, è su di esse che si basa la separazione di uno o più chemiotipi. Trovare una popolazione di piante aromatiche spontanee che presentano una percentuale maggiore di uno o degl'altri componenti può essere importante per la valorizzazione dell'olio estratto e per le proprietà curative, nonchè per il suo valore economico sul mercato.
Dopo la raccolta, la fase successiva è la distillazione. Il campione raccolto in genere si distilla in giornata, preferibilmente la sera stessa della raccolta.
Esistono diverse metodiche di estrazione degli oli essenziali. Anche se la distillazione in corrente di vapore è quella più ampiamente utilizzata, a volte essa risulta essere non sempre la scelta migliore da usare. Quindi per il nostro scopo, sarà utile fornire un breve elenco delle metodiche più utilizzate. Si deve, comunque, subito sottolineare che ogni metodo estrae una serie di sostanze leggermente differenti e questo ha come prima conseguenza una diversificazione della qualità e della quantità del materiale ottenuto.
La spremitura a freddo è generalmente utilizzata per l'estrazione degli oli essenziali degli agrumi contenuti nella buccia. Si tratta di un metodo meccanico che si differenzia dagli altri metodi in quanto utilizzano uno o più solventi, in genere l'acqua ma non è raro che venga usato anche etanolo, etere o cloroformio. In questi ultimi casi si ha la cosidetta estrazione con solventi. In questo tipo di estrazione il materiale aromatico viene immerso nel solvente. Questo metodo ha un vantaggio in quanto mantiene la fragranza fedele all'originale. Il materiale che si ottiene, chiamato essenza concreta, è un solido opaco costituito dal 50% di cera e da 50% di olio volatile. La separazione avviene usando un secondo solvente facilmente eliminabile, l'alcool.
Un altro metodo, molto antico, è l'enfleurage. E' un metodo che viene impiegato per fiori preziosi come gelsomino, rosa e tuberosa. Consiste nel lasciare macerare nell'olio o nel grassso i fiori appena colti. E' un metodo che fornisce un profumo fedelissimo all'originale ed è apprezzatissimo ma richiede tanta pazienza ed è molto oneroso.
Il metodo più usato è comunque la distillazione in corrente di vapore in cui il materiale aromatico viene attraversato dal vapor acqueo caldo proveniente da una caldaia separata.

Schema della Distillazione in Corrente di Vapore

Il vapore caldo entrando in contatto con il materiale vegetale lo distende aumentando la permeabilità delle membrane e rompendo le cellule che contengono le essenze, le quali si liberano così nel vapore. Il vapor acqueo e l'olio essenziale arriva poi alla serpentina refrigerata che permette alla miscela di ricondesarsi ed andare a finire nel vaso fiorentino che funziona da vaso separatore in cui l'olio si separa per densità dall'acqua. L'acqua viene raccolta e conservata in quanto contiene tutti quei preziosi composti che sono idrosolubili e che vanno a formare quella miscela nota come acqua aromatica. Ben note sono le acque aromatiche di rosa e quella degli angeli ottenuta dalla distillazione dei ramoscelli fioriti di mirto.
Una variante alla distillazione in corrente di vapore è l'idrodistillazione dove una parte del materiale è immerso nell'acqua e quindi subisce una bollitura parziale.


Perchè Distillare Oli Essenziali?

Gli oli essenziali e i profumi estratti dalle piante aromatiche sono stati per millenni le prime sostanze usate dagli uomini per la cura del corpo e della psiche, la profumazione del corpo e degli ambienti. La loro estrazione è stata una naturale conseguenza dell'osservazione delle proprietà curative delle piante che le contenevano. Per lunghissimo tempo gli oli essenziali sono stati i primi rimedi medicinali usati ampiamente prima della nascita della moderna industria farmaceutica. Ed oggi si osserva un ritorno ad essi anche da parte della farmaceutica e dell'erboristeria.
Gli oli essenziali presentano numerosissime azioni farmacologiche: sono antisettici, antibatterici, vermifughi. Hanno proprietà sedative, stimolanti, espettoranti, antidepressive, agiscono come tonici per la circolazione sanguigna ed alcuni di essi come l'olio essenziale di mirto, che contiene il principio attivo acilfluoroglucinolo, presenta una azione antibiotica simile alla penicillina e alla streptomicina, agendo anche sui microrganismi resistenti a questi antibiotici.
Comunque, se non è un azione terapeutica che state cercando, gli oli essenziali possono venir usati come profumi d'ambiente. Svolgono molto bene quest'azione l'olio essenziale di lavanda, di rosmarino, di biancospino o le essenze degli agrumi: di limone e di arance. Basta mettere una o due gocce sulla lampadina calda della vostra lampada da soggiorno e in pochissimo tempo le vostre case saranno profumate con fragranze naturali, non nocive e con effetti positivi sull'umore e sullo stato d'animo.





Bibliografia

Terence McKenna - The Ethnobotany of Shamanism

Marco Valussi - Il Grande Manuale dell’Aromaterapia. Tecniche Nuove

Julia Lawless - Enciclopedia degli Oli Essenziali. Tecniche Nuove

Pier Carlo Braga - Oli Essenziali del genere Thymus e il Timolo: azioni farmacologiche. Johan & Levi Editore.

Carlotta Satta- Le Piante Officinali Spontanee di Sardegna - Zonza Editori

Maria Rosaria Belgiorno - L'alambicco di Pyrgos. Archeo, n° 278,Aprile 2008, pp. 52-59

A.A.V.V. - La Medicina dei Semplici - Monastero della Certosa di Parma

Luciano Cognola - I Segreti della Nuova Aromaterapia. Edizioni Si