In breve, staremo vivendo in un Universo Olografico che nelle sue più piccole sfaccettature risulta essere la creazione di una mente artificiale che ci tiene imprigionati in una serie di matrici matematiche che creano il nostro mondo. Nel suo discorso Philip K. Dick, rivela come è arrivato a comprendere questa realtà. Una ricerca durata anni. Maggiori dettagli li racconta nel suo discorso del 1978: "Come Creare un Universo che non Cada apezzi dopo due giorni" dove segna le tappe più significative.
Nel video, qua sotto, che è un frammento della conferenza tenuta a Metz, Dick racconta di quali sono i segnali che ci fanno capire che la realtà che stiamo vivendo non sia altro che un ologramma creato da un computer. I segnali più significativi sono da ricercare nei fenomeni di ripetizioni di un immagine già vissuta che vengono interpretati dalla nostra mente come un "déjà vu" (già visto), ossia quella forte sensazione di aver già vissuto quella scena. Fenomeno questo che lascia una profonda inquietudine e che ci spinge a cercare tra i ricordi il momento in cui lo abbiamo già vissuto. Per Dick, ma non solo per lui, il déjà vu è un segnale! Il segnale di una modifica che è stata apportata nella nostra realtà dalla matrice. Famosa è la scena del gatto nero, nel film del 999 (The Matrix), che passa due volte dietro la porta e che Neo percepisce come un "dejà vu".
Ma vi lascio alle sue stesse parole, che valgono più di tante spiegazioni.
I dejà vu o gli errori della commessi nella nostra realtà dal computer artificiale nel film. Matrix.
È un segnale che qualcosa non va:
È un segnale che qualcosa non va:
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